Cos’è un MOG sportivo
Il MOG sportivo, ovvero il Modello Organizzativo e di Gestione, è un documento previsto dalla riforma dello sport, ispirato al D. Lgs. 231/2001 ed adattato alle specificità del settore sportivo.
Con i decreti legislativi n. 36 e n. 39 del 2021, il legislatore ha introdotto, per le associazioni e le società sportive, l’obbligo di dotarsi di un sistema interno di prevenzione e tutela volto a garantire ambienti sicuri, inclusivi e conformi alle normative di settore.
In questo contesto, il MOG sportivo definisce procedure, responsabilità e strumenti per la gestione dei rischi connessi all’attività sportiva: dalla tutela dei minori alla prevenzione di abusi e discriminazioni, dalla sicurezza degli impianti alla gestione degli eventi, fino ai rapporti con istruttori, volontari e tesserati.
Le Federazioni sportive nazionali, gli Enti di promozione sportiva e le Associazioni benemerite, sentito il parere del CONI, come previsto dal D. Lgs. 39/2021 (art. 16, comma 1), predispongono proprie linee guida per supportare gli enti affiliati nella redazione del modello. Tuttavia, tali linee guida rappresentano esclusivamente un quadro generale di riferimento: il MOG sportivo deve essere predisposto dalle singole ASD e SSD ed essere conforme alla loro realtà specifica.

La necessità di un MOG sportivo personalizzato
Per sua natura e per le finalità che persegue, il MOG non può essere un documento standardizzato o copiato da un fac-simile. Si tratta di uno strumento “sartoriale”, che deve rispecchiare fedelmente la struttura, le attività e le criticità del singolo sodalizio sportivo.
Non possono esistere due MOG identici, perché non esistono due realtà sportive identiche. Ogni disciplina, ogni impianto, ogni modello organizzativo comporta rischi, procedure e responsabilità differenti.
Alcuni esempi aiutano a comprendere concretamente questo principio:
- una palestra di nuoto deve regolamentare la sicurezza in vasca, la gestione degli spogliatoi e la presenza costante di personale qualificato;
- una società di calcio giovanile che partecipa a trasferte e tornei deve prevedere protocolli per la sorveglianza dei minori, il trasporto, l’alloggio e la gestione dei rapporti con le famiglie;
- un’associazione che condivide impianti con altre realtà sportive deve disciplinare la coesistenza, le fasce orarie di utilizzo, le responsabilità sugli spazi comuni e la gestione delle emergenze.
Il D. Lgs. 39/2021, all’art. 16, comma 2, stabilisce che “le Associazioni e le Società sportive dilettantistiche e le Società sportive professionistiche devono predisporre e adottare modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva nonché codici di condotta ad esse conformi”.
La formulazione della norma è chiara: sono le stesse associazioni e società sportive a dover predisporre i propri modelli, e tali modelli devono essere “ad esse conformi”. Questo inciso ribadisce che il MOG deve riflettere la realtà operativa concreta dell’organizzazione. Il fac-simile fornito da enti o federazioni può costituire una base di partenza, ma copiarlo senza adattarlo equivale, di fatto, a non disporre di alcun modello realmente operativo.
Anche le Linee Guida OPES, a titolo esemplificativo, ribadiscono espressamente questo concetto, prevedendo che ogni affiliata sia tenuta a predisporre un modello organizzativo e un codice etico conformi alle indicazioni generali, ferma restando la specificità e particolarità di ciascuna realtà.
La personalizzazione come processo continuo
La personalizzazione del MOG non rappresenta un adempimento una tantum. Anche un modello inizialmente adeguato può perdere efficacia nel tempo. Qualora l’associazione o la società sportiva introduca nuove discipline, modifichi la propria sede, inizi a condividere impianti o riorganizzi le attività, il MOG deve essere aggiornato e riadattato.
In tal senso, il modello deve rimanere coerente e costantemente allineato alla realtà operativa del sodalizio, affinché continui a svolgere la propria funzione preventiva e organizzativa.
I rischi di un MOG sportivo assente o non personalizzato
Non predisporre un MOG sportivo espone l’associazione o la società a rischi rilevanti, sia sotto il profilo disciplinare sia sotto quello organizzativo.
Il D. Lgs. 39/2021, art. 16, comma 3, attribuisce alle Federazioni e agli Enti di promozione sportiva la facoltà di adottare sanzioni o di sospendere le affiliazioni in caso di inadempienza. Inoltre, la mancanza di un sistema interno di tutela può comportare responsabilità dirette per gli organi direttivi e, nelle società, per i soci, in caso di abusi, discriminazioni o incidenti.
Ulteriori conseguenze possono includere:
- l’esclusione da finanziamenti pubblici;
- restrizioni nella partecipazione a campionati, tornei e manifestazioni federali;
- responsabilità civile con obbligo di risarcimento danni a tesserati o terzi per mancata prevenzione di comportamenti illeciti.
Tuttavia, il rischio più insidioso deriva dall’adozione di un MOG non personalizzato che:
- non contempla i rischi specifici della disciplina praticata;
- non prevede procedure per la gestione di eventi sportivi, sociali o situazioni di emergenza;
- lascia zone d’ombra nei rapporti tra dirigenti, istruttori, genitori e tesserati;
- trasmette un falso senso di conformità, che può persino aggravare le responsabilità in caso di criticità.
Un MOG generico e non aggiornato è, in sostanza, un documento privo di reale efficacia: non previene, non tutela e non orienta i comportamenti.
Il ruolo dei consulenti e del Responsabile Safeguarding
In questo quadro, un elemento decisivo per l’efficacia del MOG sportivo è rappresentato dal supporto di consulenti esperti e dalla presenza di un Responsabile Safeguarding competente, indipendente e realmente a conoscenza della vita del sodalizio.
Per redigere o aggiornare un modello efficace, il Responsabile deve conoscere l’organizzazione, i luoghi in cui si svolge l’attività sportiva, i gruppi di lavoro e le dinamiche relazionali tipiche dell’ente. Solo attraverso l’analisi di tali elementi è possibile individuare i rischi reali e trasformare le linee guida generali in procedure operative concrete e applicabili.
Cosa dovrebbe fare ogni associazione o società sportiva
Alla luce di quanto esposto, ogni ASD o SSD dovrebbe:
- redigere il proprio MOG sportivo in modo personalizzato, partendo dall’analisi concreta delle attività e dei rischi specifici, anche avvalendosi di consulenti esperti;
- aggiornarlo periodicamente, soprattutto in caso di modifiche strutturali o organizzative;
- condividerlo con tesserati e collaboratori, affinché diventi parte integrante della cultura sportiva dell’organizzazione.
Solo così il MOG può assolvere alla sua funzione originaria: trasformare l’obbligo di tutela in una pratica quotidiana di responsabilità, sicurezza e trasparenza.
FAQ sul MOG sportivo
Cos’è il MOG sportivo?
Il MOG sportivo è il Modello Organizzativo e di Gestione previsto dalla riforma dello sport, ispirato al D. Lgs. 231/2001 e adattato alle specificità delle associazioni e società sportive. Definisce procedure e responsabilità per la prevenzione dei rischi connessi all’attività sportiva.
Il MOG sportivo è obbligatorio per tutte le ASD e SSD?
Sì. Il D. Lgs. 39/2021 stabilisce che associazioni e società sportive dilettantistiche e professionistiche debbano adottare modelli organizzativi e codici di condotta conformi alla propria realtà operativa.
È possibile utilizzare un fac-simile di MOG fornito da federazioni o enti?
I fac-simile e le linee guida rappresentano un punto di partenza, ma non sono sufficienti da soli. Il MOG deve essere personalizzato sulla base delle attività, degli impianti e dell’organizzazione specifica della singola ASD o SSD.
Quando è necessario aggiornare il MOG sportivo?
Il MOG deve essere aggiornato ogni volta che cambiano le attività svolte, la struttura organizzativa, la sede, gli impianti o le modalità operative dell’associazione o società sportiva.
Qual è il ruolo del Responsabile Safeguarding nel MOG sportivo?
Il Responsabile Safeguarding contribuisce all’analisi dei rischi e alla definizione delle procedure di tutela, conoscendo l’organizzazione, i luoghi di attività e le dinamiche relazionali interne, affinché il MOG sia concretamente applicabile.
