Negli ultimi anni, il ruolo del genitore nello sport giovanile è diventato un tema centrale nel dibattito educativo e sportivo. Accanto ad allenatori e società sportive, i genitori rappresentano una componente fondamentale dell’esperienza sportiva dei giovani atleti, influenzandone motivazione, benessere emotivo e continuità nel percorso sportivo. Tuttavia, il modo in cui questo ruolo viene interpretato può variare sensibilmente in base alla disciplina praticata.

I genitori nello sport giovanile: oltre il ruolo organizzativo
La letteratura scientifica ha a lungo analizzato le abilità mentali degli atleti e le competenze comunicative degli allenatori. Tuttavia, questo quadro risulta incompleto se non si considera il ruolo genitoriale, che incide in modo profondo sulla vita sportiva e personale dei giovani.
Secondo il modello di Fredricks ed Eccles, i genitori ricoprono tre ruoli chiave nello sport:
- Fornitori, garantendo supporto logistico ed economico;
- Interpreti, aiutando i figli a dare significato a vittorie, sconfitte e impegno;
- Modelli, trasmettendo valori, atteggiamenti e modalità di gestione delle emozioni.
Nonostante ciò, in molti contesti sportivi i genitori vengono ancora percepiti prevalentemente come accompagnatori o, nei casi peggiori, come elementi di disturbo. Questa visione rischia di escludere una risorsa educativa fondamentale.
Obiettivi e metodologia dello studio
Lo studio, condotto da Genitori Nello Sport, si inserisce come ampliamento di ricerche precedenti e ha l’obiettivo di:
- identificare le caratteristiche che i genitori ritengono fondamentali nel proprio ruolo;
- confrontare tali caratteristiche tra calcio (sport di squadra) e tennis (sport individuale).
Alla ricerca hanno partecipato:
- 109 genitori di giovani calciatori provenienti da 5 società sportive italiane;
- 116 genitori di giovani tennisti appartenenti a 10 circoli.
Attraverso il Profilo di prestazione, i genitori sono stati invitati a individuare le competenze ideali del “genitore perfetto” nel proprio sport e a valutare il proprio livello percepito in ciascuna area, favorendo così un processo di autoconsapevolezza.
Le aree chiave della genitorialità nello sport
Dall’analisi qualitativa e quantitativa dei dati sono emerse sei principali aree tematiche comuni a entrambe le discipline:
- Autodeterminazione del figlio
- Intelligenza emotiva
- Bisogni genitoriali
- Disponibilità
- Guida nel percorso sportivo
- Leadership genitoriale
Queste aree riflettono sia costrutti teorici consolidati (come l’intelligenza emotiva e la teoria dell’autodeterminazione) sia i ruoli pratici che i genitori ricoprono quotidianamente nello sport dei figli.
Calcio: il valore della relazione e del contesto sociale
Nel calcio, i genitori attribuiscono grande importanza alle dimensioni relazionali. In particolare, emergono come centrali:
- il rapporto con l’allenatore;
- la capacità di trasmettere valori;
- l’ascolto e l’empatia;
- l’essere un esempio e un modello comportamentale.
I dati mostrano come i genitori di giovani calciatori vedano il proprio ruolo soprattutto come guida relazionale, orientata a sostenere il figlio all’interno di un ecosistema complesso fatto di squadra, società sportiva e pari. Non a caso, il rapporto con l’allenatore viene percepito come una leva fondamentale per garantire un’esperienza sportiva positiva.
Allo stesso tempo, emergono aree di miglioramento legate alla gestione emotiva della partita e alla leadership genitoriale, aspetti su cui molti genitori dichiarano di sentirsi meno competenti.
Tennis: autonomia, gestione emotiva e supporto individuale
Nel tennis, sport individuale, il quadro cambia. I genitori sottolineano maggiormente:
- l’ascolto e l’empatia;
- la gestione emotiva;
- la trasmissione di fiducia;
- la capacità di sostenere l’autonomia del figlio.
In questo contesto, il genitore rimane spesso il principale punto di riferimento emotivo prima, durante e dopo la competizione. La pressione legata alla prestazione individuale rende particolarmente rilevante la capacità di gestire aspettative, stress ed emozioni, sia proprie che del figlio.
Anche qui, tuttavia, la leadership genitoriale e l’intelligenza emotiva risultano aree in cui i genitori percepiscono un margine di miglioramento, confermando un bisogno diffuso di supporto formativo.
Sport di squadra e sport individuali: differenze che contano
Il confronto tra calcio e tennis evidenzia come le aree tematiche siano simili, ma declinate in modo diverso:
- nel calcio prevalgono la dimensione sociale, la relazione con l’allenatore e il senso di appartenenza al gruppo;
- nel tennis emergono maggiormente autonomia, gestione emotiva e disponibilità del genitore.
Queste differenze riflettono le specificità dei due sport e suggeriscono che non esiste un unico modello di genitorialità sportiva valido per tutte le discipline. Al contrario, i percorsi di supporto dovrebbero essere adattati al contesto sportivo di riferimento.
Cosa ci dicono questi risultati
Analizzare il ruolo del genitore nello sport giovanile attraverso sport diversi permette di comprendere meglio bisogni, difficoltà e competenze richieste ai genitori oggi. I dati mostrano chiaramente che i genitori desiderano essere una risorsa per i propri figli, ma spesso si sentono incerti su come comportarsi nei momenti più delicati, come la gestione della gara, delle aspettative e delle emozioni.
In entrambi gli sport, emerge la necessità di:
- lavorare sull’intelligenza emotiva;
- sviluppare una leadership genitoriale consapevole;
- favorire una comunicazione più efficace con allenatori e società sportive.
Conclusioni e implicazioni pratiche
Rafforzare il ruolo del genitore nello sport giovanile significa investire in ambienti sportivi più consapevoli, educativi e sostenibili nel tempo. Il ruolo del genitore nello sport giovanile non può essere ridotto a un semplice supporto logistico. I genitori sono partner attivi nel percorso sportivo dei figli e, come tali, necessitano di strumenti adeguati per svolgere questo ruolo in modo efficace.
Approcci sistemici, basati sul confronto e sulla condivisione delle esperienze, possono favorire una collaborazione più solida tra genitori, allenatori e atleti. Percorsi pratici e workshop, che includano esercitazioni su comunicazione assertiva, gestione delle critiche e supporto motivazionale, rappresentano una risposta concreta a un bisogno sempre più evidente.
Investire sulla consapevolezza genitoriale significa contribuire alla costruzione di ambienti sportivi più sani, capaci di promuovere benessere, crescita e continuità sportiva nel tempo.
Questo contributo prende spunto dall’articolo scientifico pubblicato sulla rivista Psychology, Society & Education (LEDi Journals), consultabile e scaricabile al seguente indirizzo: https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse/article/view/2788
AUTORE: SERGIO COSTA
